Andrea Pecile e l’avventura in Spagna: sarà uno degli assistenti della prima squadra di Granada!

Un “mulo” in Spagna: oramai da diverso tempo, ma con una costante crescita professionale. Ci spostiamo a Granada, anzi “in macchina” verso Granada perchè Andrea Pecile lo agganciamo proprio mentre sta percorrendo in auto gli oltre duemila chilometri che separano Trieste dalla città spagnola: un viaggio verso la nuova avventura con la vecchia società, visto che dal 2021 si è spostato in Spagna con la sua Giulia, insieme al figlioletto Liam e ad un… prossimo nuovo arrivo in famiglia. La notizia è che il tecnico classe 1980, triestino purosangue cresciuto nel glorioso Don Bosco Trieste e poi diventato simbolo della Pallacanestro Trieste prima da giocatore e poi da allenatore delle giovanili, è stato inserito nello staff di assistenti della prima squadra della Fundacion CB Granada, team che milita nel massimo campionato iberico. Una news professionale molto importante per un personaggio che, per la pallacanestro locale, ha dato davvero tanto: ecco perchè due chiacchiere insieme al “Pec” sono più che dovute, per parlare di questa promozione ma anche per svariare su ulteriori tematiche. 

Parliamo di estate, prima di tutto. Come di consueto, in questa stagione “calda” tantissimi impegni, a livello sportivo e anche a livello umano. 
“Si, partirei dai primi due rammarichi: non sono riuscito a fare un singolo tiro in PCA (Piazza Carlo Alberto, lo storico campetto di Trieste – ndr); seconda cosa, non ho preso in mano nemmeno per un secondo una racchetta da tennis, quindi la mia carriera di tennista è stata ancora una volta posticipata. Perchè tutto questo? Perchè ho giocato tanto a pallacanestro, prima con la Coppa Italia UISP insieme agli amici della Mujesana, poi nel torneo “Air Ball” che crescerà nelle prossime estati e sono certo che come costola cestistica della Crese Cup darà molte soddisfazioni, e poi con i camp di Trieste e Lignano che sono andati benissimo, con ovviamente una crescita dei numeri ma con la solita serenità, allegria e la qualità del lavoro che abbiamo dato ai ragazzi di tutt’Italia. E’ sempre un piacere vedere che tanti giovani riescano a coltivare queste amicizie durante l’anno attraverso i social e che, per una settimana all’anno, possano passare un periodo di basket e vacanza insieme, sono molto contento”. 

Trattiamo l’argomento Trieste: un’annata, quella conclusa, molto difficile. E un campionato di A2 che attende i biancorossi: da “ex” quali sono i pensieri ed i pronostici relativamente alla squadra della tua città? 
“Io sono estremamente soddisfatto della campagna acquisti; se mi avessero detto il giorno dopo la retrocessione “che squadra vuoi avere?” te l’avrei indicata così, con un gruppo di riconfermati, con due americani che si inserissero in un gruppo solido con le idee chiare e con l’aggiunta di qualche italiano di spessore che porti soprattutto qualità: Ferrero, Candussi e Filloy sono tre pezzi da novanta in tal senso. Sono curioso di come il nuovo allenatore porterà la sua filosofia di gioco ma anche una cultura sportiva “differente” nella nuova società di Trieste, che per movimenti di mercato, restyling, accordo con Nike, mi sembra sulla giusta via per ritrovare quell’entusiasmo travolgente che ci ha portato, nelle mie ultime annate da giocatore, ad avere il palazzetto pieno ed a fare una cavalcata fino alla Serie A. Voglio fare un “in bocca al lupo” enorme a tutti quanti e sono convinto che questa squadra possa fare lo stesso cammino di Cremona, ovvero mettere un piede in A2 e rifare subito lo scalino sopra, per tornare in A dopo un anno, me lo auguro di tutto cuore”. 

Capitolo Spagna: hai iniziato un’avventura in terra iberica. Una terra che già conoscevi “da giocatore” e che hai rivissuto in veste di allenatore. Com’è stata l’ultima stagione? 
“Ero diviso fra una parte dove lavoravo con la prima squadra, soprattuto sullo sviluppo di un giocatore (Michael Caicedo, guardia di 199 centimetri classe 2003 – ndr), con l’aggiunta di gruppetti che volevano lavorare oltre alle canoniche ore di allenamento, e poi gestivo la squadra juniores nelle giovanili. Con le giovanili siamo andati molto bene perchè con il gruppo sotto età siamo arrivati fino alla semifinale provinciale e abbiamo perso contro i “nostri” di un anno più grandi: pur combattendo fino alla fine non siamo riusciti a sopperire al gap di esperienza. Con la prima squadra è stato il primo approccio al mondo senior da allenatore e mi ha fatto estremamente piacere che quest’anno mi abbiano proposto di entrare a tempo pieno nello staff: sarò uno dei tre assistenti, il team di Granada l’anno scorso si è salvato all’ultimo respiro con un 3/3 di vittorie nel finale, in un campionato come l’ACB dove davvero non sai mai quali grossi investimenti le squadre di sotto possano fare per salvarsi. Dal canto nostro, siamo stati bravi a non mollare ed a riuscire a centrare la salvezza, anche se all’ultimo minuto dell’ultima partita. L’augurio di quest’anno è aver fatto una squadra più solida per poter raggiungere prima l’obiettivo salvezza. “

Dopo un lavoro alacre, sarai uno degli assistenti della prima squadra: pensieri, emozioni e proiezioni? 
“Sono molto entusiasta di ricominciare full time con una squadra senior, un po perchè mi mancava riprendere l’attività prima di ferragosto (il raduno di Granada è fissato per il 14 agosto – ndr) e poi chiaramente l’aspetto professionale è molto interessante ed entusiasmante. Mi piace perché anno dopo anno ho aggiunto delle cose nel mio mansionario, per cui partendo da direttore tecnico del settore giovanile, poi ho fatto le tessere di istruttore minibasket, istruttore nazionale, poi responsabile settore giovanile, poi ho allenato un gruppo Under 19 e uno Under 13, poi ho iniziato a lavorare sugli individuali. Anno dopo anno c’è stata una costante crescita e approfondimento, sia del ruolo che delle mansioni, da questo punto di vista per la mia carriera da allenatore non sono più “solo” un ex giocatore, sono uno che sa cosa può fare in una società e che può far diverse cose, questa è la chiave per rimanere freschi, giovani e curiosi”. 

Infine, uno spazio tutto per te: puoi dedicare un pensiero a qualcuno, proiettare un tuo sogno nel cassetto o altro.
“Questo spazio mi piacerebbe usarlo con un messaggio di serenità, un po per me un po per tutti. Mi ritengo ancora molto fortunato per avere l’opportunità di fare e seguire i miei sogni personali che si incastrino con la vita nostra personale, esserci trasferiti a Granada in un posto che conosciamo per fare basket ad altissimo livello è un privilegio e ci dedico tutto il mio entusiasmo; cosiccome sono orgoglioso di tutto il percorso fatto con la crescita della nostra famiglia, di Liam e della bambina che arriverà a fine ottobre. Ci piace rimanere in forte contatto con casa e con i nostri amici e ovviamente, nei due mesi e mezzo in cui torniamo a Trieste, viviamo tutto freneticamente per cercare di rivedere tutti: vorrei salutare con affetto tutti coloro che non sono riuscito a vedere o vivere per il tempo che siamo stati a Trieste, ma è bellissimo riuscire a mantenere comunque i contatti, vedendo tanti ragazzi e ragazze che stanno crescendo e condividere insieme questo percorso, nonostante ognuno faccia cose e percorsi differenti”. 

Redazione MegaBasket