Marzini-Alma, il matrimonio possibile

Tacciato di disfattismo, confondendo quello che è un giornalismo di “sentinella” rispetto al gratuito istinto disfattista, provo a dare un senso costruttivo alle strategie future possibili in seno alla Pallacanestro Trieste 2004.

Al di là delle esternazioni di prammatica apparse sul quotidiano locale, in cui si evidenziava un comune allineamento d’intenti fra il Presidente Giovanni Marzini e Gianluca Mauro (responsabile Alma ndr.), la realtà è tutt’altra: Alma vuole entrare decisa con quote maggiori nel sodalizio biancorosso (e quindi “comandare” di più), il Presidente Marzini vuole porre un freno in virtù di esperienze pregresse atte a riempire e poi svuotare inesorabilmente (vedi fallimento) il contenitore societario.

E’ anche vero che la questione non può essere interpretata: Gianluca Mauro ha garantito un ingresso importante (150 mila euro?), Giovanni Marzini non ha la compagine “triestina” solida al punto di poter rinunciare a quel “ricostituente”. Si, perché il consorzio che si viene a formare, targato TSB, ha un uomo di assoluto affidamento come Aldo Minucci (ex ANIA, ora Presidente del consorzio), ma in pratica è una compagine che cambia… abito; parte da una costola della “Trieste entra in gioco”, si sdoppia riunendosi nel TSB, con quota d’ingresso di 1000 euro, auspicabilmente con futuri rimpolpi economici, per non far sembrare il consorzio stesso una barzelletta. E anche qui, non ci si offenda, qualora rimanesse la quota a 1000 euro (e magari con richiesta di abbonamenti gratis) non si può parlare di consorzio o pool, ma di appoggio popolare… punto.

Quindi, il matrimonio Pallacanestro Trieste 2004-Alma come potrebbe essere “contrattualizzato”? Con una sorta di patto sindacato, cioè un ingresso graduale e incrementale di Alma nella compagine societaria negli anni (tre?), dimostrando sul campo l’affidabilità al gruppo “triestino”, e dall’altra parte avendo garantite quote importanti per poteri decisionali in aumento. Resterà da capire se nei tre anni Alma riuscirà a strappare il 60% delle quote societarie (20% primo anno, 40% il secondo e 60% il terzo), oppure se verrà costretta sotto la soglia di maggioranza (40%), con il 20% alla “Trieste entra in gioco” e il 40% al consorzio TBS.

Di certo c’è la volontà di trovare un accordo, i fastidi di Gianluca Mauro e le perplessità di Giovanni Marzini rientrano in quel calderone tipico di questa fase stagionale, ma soprattutto di un momento chiave per il futuro societario. Tutto il resto lo farà l’elezione del nuovo sindaco, con tutto il bagaglio o meno di sensibilità nei confronti della pallacanestro. Sensazione personale? Chiunque si insedierà, investirà il quid in più di energie per la Triestina Calcio, nell’ottica politica che un rilancio fa più presa di un consolidamento.

Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)