Rieccoci pronti con l’appuntamento dedicato al quintetto ideale della settimana, la rubrica di MegaBasket che va a scandagliare il mondo delle minors, alla ricerca di quei giocatori che hanno fatto la differenza e si sono particolarmente distinti nell’ultimo weekend cestistico regionale.
PLAYMAKER: Il suo soprannome è “Jumanji”, storpiatura del suo cognome che tradisce origini non propriamente nordiche. Gianluca Carcangiu (OFM Lussetti Servolana) è il miglior regista della settimana; regista di 178 centimetri classe 1996, è ritornato in estate alla “casa madre” dopo aver giocato una stagione in Serie D, dove gli è stata data l’opportunità di trovare maggior minutaggio. Vent’anni, ma già tanta gavetta nelle prime squadre: nel 2012/2013, infatti, aveva esordito addirittura in C Gold proprio con la maglia della Lussetti, formazione che è rimasta nel suo cuore e che lo ha visto difendere i propri colori in C Regionale per un paio di stagioni, prima dell’esperienza sanvitese. E’ tornato più maturo e pronto a prendersi le proprie responsabilità: lo dimostra una stagione dove sta viaggiando in doppia cifra di media, lui che è un playmaker con buone qualità offensive, solido e che sta crescendo molto dal punto di vista della gestione della squadra. Contro Cordenons, ha trovato più volte il canestro, terminando con 22 punti (6/8 da due, 2/6 da tre, 4/4 ai liberi), due assist, due rimbalzi e un recupero. Una partita praticamente perfetta per lui, che sta imparando alla perfezione il mestiere del playmaker dal venerando Pierpaolo Palombita: e, diremmo noi, con un maestro così non si può certo fallire.
GUARDIA: Un veterano che sa sempre come e quando colpire. Con questa breve sintesi potrebbe essere descritta la parabola della carriera di Riccardo Deana (Abc Cervignano), guardia di 190 centimetri del 1981 che in estate è sceso in Serie D per andare ad arricchire il mosaico di Thomas Miani. Un mosaico che, dopo un paio di esibizioni stentate, ora è riuscito a collocare tutti i tasselli al posto giusto, tanto da occupare il secondo posto del girone Est di Serie D. Ed il merito è anche di “Ricky”, leader silenzioso, di quelli che non fanno rumore se non quando fa frusciare la retina con il suo morbidissimo tiro dalla media distanza, spesso anche appoggiato al tabellone. Nella vittoria esterna contro il Santos Trieste, in un campo non facile come quello della “Don Milani” di Altura, l’ex Fogliano ha messo a segno diciotto punti personali, risultando importante nei momenti di bisogno della giovane formazione di coach Miani. Quando prende ritmo è sicuramente un giocatore da venti punti a partita comodi: farà certamente ancora parlare di sé, anche adesso che di anni ne ha trentacinque.
ALA PICCOLA: Come “3” andiamo a premiare Fabio Maghet (Bluenergy Codroipo), esterno di 195 centimetri classe 1996 che peraltro ha un curriculum cestistico piuttosto illustre. Il papà Nereo, infatti, è stato un giocatore di alto livello e lo stesso Fabio, già nel giro delle nazionali giovanili, ha vestito le casacche di Casalpusterlengo e Derthona Basket, prima di rientrare in regione. Si tratta di un giocatore che può essere pericoloso in molte maniere ed ha un talento davvero ammorbante: è già riuscito ad inserirsi discretamente nelle rotazioni di Daniele Portelli e, nel confronto con Arzignano, è risultato decisivo. Non tanto per i 13 punti segnati in 13 minuti (2/3 da due, 3/7 da tre, una stoppata, un assist, due falli subiti), quando per la tripla sulla sirena che ha fissato il punteggio della sfida sul 65 – 64 per i propri colori. Di sicuro, a vent’anni, non ci sono tanti giocatori che avrebbero la freddezza di prendersi una conclusione simile e realizzarla: ebbene, Maghet ha confermato tutto il suo potenziale con quella realizzazione. Come dice il proverbio, “il frutto non cade lontano dall’albero”: e papà Nereo ha di che sorridere.
ALA FORTE: Lo inseriamo come ala forte, ma è decisamente più che una forzatura. Mattia Antoniolli (Geatti Basket Time Udine) in Serie D può anche occupare il ruolo di “4”, ma è un’ala piccola naturale capace di giocare anche da guardia, in quintetti alti; 194 centimetri, classe 1987, è uno dei simboli di questa Geatti che oscilla sempre fra la Serie C Silver e la Serie D. Passano gli anni, ma le sue caratteristiche rimangono sempre le stesse, ovvero quelle di essere un tiratore allucinante: come ha capito anche Roraigrande, rimasta letteralmente travolta sotto la serie di triple scatenata dal tiratore di coach Luca Di Leo. Contro i pordenonesi, infatti, ha chiuso a quota 33 punti segnati, con 4 rimbalzi e 2 recuperi: 3/7 da due, 9/20 da tre le sue cifre al tiro; di certo non è un timidone, specialmente quando si tratta di scoccare la conclusione pesante, ma in una partita terminata con il punteggio di 98 – 107 come può passare inosservato un giocatore del genere? Uno che è capace di comporre raffiche di canestri uno dietro l’altro con una facilità incredibile e a cui manca solamente forse solo un pò di tonnellaggio per poter giocare comodamente due categorie più sopra.
PIVOT: Il miglior centro della settimana è un veterano, che a quarantuno anni ancora non si è stufato di dominare le aree pitturate della regione. Tomaz Strle, lungo di 197 centimetri del Sokol Aurisina, è uno di quegli atleti che sembrano non invecchiare mai: scolpito nel marmo, il pelato lungo di Vatovec fa della solidità e della concretezza i suoi punti di forza. Arrivato in Italia con il Breg San Dorligo, tre stagioni fa, questo giocatore nato nel 1975 è stato per diverso tempo la “guardia del corpo” di Dalibor Petrovic, giocatore di talento cristallino che aveva bisogno al suo fianco di un combattente che potesse fare il “lavoro sporco” per lui. Mai chiedere di meglio a Strle, che quando può mettere sul piatto giocate di sacrifico e intensità rende al meglio, anche ora che la carta d’identità è un pò ingiallita: per informazioni, chiedere alla malcapitata Dinamo Gorizia, che ha subito da Strle una prova condita con 20 punti (7/14 da due, 6/6 ai liberi), 16 rimbalzi, 7 falli subiti e 2 recuperi. Una sfinge, nel pitturato del Sokol.
SESTO UOMO: La citazione come miglior sesto uomo della settimana spetta a un giovane atleta classe 1998, ovvero Simon Cettolo (Ispem Jadran Trieste). Come si può premiare un giocatore che viaggia a 2.1 punti di media in campionato e che peraltro tira con il 17% da due? E’ possibile, quando questo giocatore ti crea il break che, nell’ultima frazione, permette alla tua squadra di allungare e vincere. Sul campo di Dueville, infatti, i carsolini hanno vissuto un terzo quarto assolutamente da incubo, dove dal +12 di metà incontro sono passati ad essere raggiunti: nell’ultimo quarto, però, questo esterno di 191 centimetri che ha giocato anche con le giovanili del BaskeTrieste si è letteralmente scatenato, terminando la partita con otto punti in soli undici minuti, con uno scout perfetto al tiro (1/1 da due, 2/2 da tre), oltre a due rimbalzi recuperati. I suoi canestri sono stati fondamentali per restituire allo Jadran quella serenità che aveva permesso di andare avanti nel punteggio ad inizio incontro: coach Oberdan ha tirato un bel sospiro di sollievo e a noi non può che far piacere vedere un ragazzo di diciott’anni essere decisivo all’interno di una partita tirata.
COACH: Si dice spesso che la differenza, in una squadra, la fa il gruppo. Ma, ancor più spesso, il gruppo viene tenuto assieme ad un allenatore; e non sempre si tratta del tecnico più stratega o di quello che adotta le alchimie necessarie per aumentare il rendimento dei propri giocatori, con sedute di tiro supplementari o preparando ore e ore di video. No, qui stiamo parlando di un allenatore che sa perfettamente di avere a disposizione un gruppo di ragazzi splendido, che si sacrifica ogni settimana con rotazioni e turnover: stiamo parlando di Luca Malagoli (Dgm Campoformido), che nell’ultimo weekend ha vinto contro la capolista Il Michelaccio San Daniele del Friuli grazie all’ennesima prova corale di una squadra che ha avuto, come miglior marcatore, Fumolo a quota 16 e poi la coppia Gatto – Zuliani a 14. Il campionato della squadra friulana, fino a questo momento, è di assoluto valore ed allora è giusto fare una menzione speciale per colui che, in estate, ha preso il posto dell’architetto Cargnello come head coach ed ha cercato di plasmare un team equilibrato, che infatti lo sta premiando con risultati di spessore.