L’opinione di Attila Frizzo: esordio facile facile

Per i più che meritati play-off del girone Est del campionato di serie A2, la Pallacanestro Trieste 2004 gioca le prime due gare in casa – al 1° e al 3 maggio – contro il Treviglio, team classificato appena al SESTO posto della classifica del girone Ovest del torneo di A2.
Esordio facile, quasi scontato che altrimenti non può essere vista l’enorme differenza tra i due antagonisti sia per quanto concerne i valori individuali che gli indici di rendimento di squadra.
La particolarità di quelli che saranno sul parquet del Palarubini rassomigliano, ma da lontano alle caratteristiche dei biancorossi di coach Dalmasson, una squadra – il Treviglio – che difende benino che attacca con criterio ma con scarsa tenuta per quanto concerne i 40 minuti di gioco e medie di realizzazione dai 6.75 appena sufficienti.
Oltre ai limiti dell’avversario di turno Trieste, sorprendendo l’ambiente e i tifosi, è riuscita a riportare a casa Daniele Cavaliero che lasciò la città di San Giusto per le serie maggiori nel lontano 2004 al momento cioè del fallimento della società sportiva tergestina.
Cavaliero si aggiunge alla disponibilità degli esterni a disposizione del tecnico responsabile, oltre a Bossi Pecile e Prandin, che giocano da play-maker e Baldasso e Da Ros che possono ritenersi esterni “flash” la squadra avrà a disposizione l’espertissima guardia Daniele Cavaliero.
Il valido cestista rientrato potenzierà dunque il blocco delle guardie, dei play-makers e dei giocatori attorno all’arco del tiro pesante, una guardia in più anche se nelle sue molte peregrinazioni spesso “Daniele” ha svolto il ruolo di point-guard.
La caratteristica prima della formazione biancorossa è la totale dedizione difensiva e gli aiuti che vengono esperiti, tra le moltissime qualità di Cavaliero la dedizione difensiva non è il brillante più splendente, ma con l’esperienza acquisita il giocatore saprà certamente essere tale e quale, se non di più, dei suoi nuovi determinati compagni di squadra.
L’arrivo di Daniele Cavaliero, preziosissimo, fa riflettere sul futuro di Bossi, è una pedina quest’ultimo che Trieste, grazie all’arte professionale e professionistica di Mario Ghiacci, non può lasciarsi scappare, si ripete in fondo il passato allorquando l’appena professionista Cavaliero figurava nella medesima formazione triestina di Dante Calabria, speriamo che Bossi resti in quanto colonna portante.
Attila Frizzo