Javonte Green e l’avventura montenegrina

La chiamata di Bogdan Tanjevic, la scelta di confermarsi in Europa: il giocatore classe 1993 vuole diventare una "stella" da noi.

Non è passata di certo inosservata, in questi giorni, la presenza di un omone nero al raduno della nazionale del Montenegro. Un omone che risponde al nome di Javonte Green: si, perché l’esterno volante classe 1993 che ha fatto spellare le mani ai tifosi della Pallacanestro Trieste 2004 durante la stagione 2016/2017 è stato infatti convocato da Bogdan Tanjevic per lavorare assieme alla selezione balcanica, che si sta preparando per i prossimi Europei.

Vecchia volpe, il “Boscia“: lo storico allenatore montenegrino non si è lasciato sfuggire un prospetto simile, aveva già speso degli apprezzamenti verso il giocatore, elemento che nell’ultima annata biancorossa ha accumulato cifre importanti in quanto a punti, rimbalzi e recuperi. Si vociferava addirittura di una possibilità di un training camp NBA per Javonte Green, che invece ha concretizzato e reso più “solida” la sua carriera europea firmando per un altro anno con Trieste e, in più, aggiungendoci pure un’estate di lavoro con il Montenegro.

E proprio qui ci soffermiamo, sull’aspetto tecnico: sicuramente, Javonte Green è giocatore più adatto all’Europa che all’NBA. Trattasi di un esterno che è arrivato in Italia con capacità tecniche ridotte rispetto a quelle che sciorina ora sul parquet: se, infatti, in Spagna era considerato puramente uno “slasher”, ovvero un giocatore che spacca le difese in due in penetrazione e capace di occupare pure lo spot di ala forte tattica per alcuni minuti, con l’alacre lavoro svolto dallo staff tecnico biancorosso e la disponibilità dello stesso Javonte, Green si è trasformato in un elemento duttile. Una guardia/ala che realizza da fuori, ha messo a posto la tecnica di tiro ma ha comunque mantenuto la sua agilità ed il suo atletismo.

Un giocatore del genere, in America, è possibile trovarlo in diverse squadre NBA: Green ha capito che avrebbe anche potuto “fare la squadra” nel campionato professionistico americano, ma ha intelligentemente scelto di consolidarsi in Europa e, magari, guadagnarsi anche un passaporto europeo. Ecco perché ha accettato di buon grado di unirsi alla nazionale del Montenegro, che peraltro ha un altro passaportato come Tyrese Rice, veterano che farà parte della rosa degli Europei: una scelta, quella di Green, che dimostra come il ragazzo abbia la testa sulle spalle e sia diverso da molti americani che hanno cercato ossessivamente la NBA fin dal primo giorno di professionismo.

La Pallacanestro Trieste ha fatto “bingo”, in campo e fuori dal campo, con un giocatore come Green: sarà ora importante, per lui, farsi trovare pronto al raduno del 16 agosto con i biancorossi e poi confermare il rendimento dello scorso anno, una cosa non semplice ma comunque possibile visto il potenziale del giocatore.