Gli errori di Ray condannano la GSA contro Piacenza

L'americano di Lino Lardo spreca due liberi e una tripla nel finale, dopo la clamorosa rimonta dei bianconeri.

Grande delusione per la GSA Apu Udine: di fronte al proprio pubblico, la squadra di Lino Lardo cede 72 – 79 con l’Assigeco Piacenza, un team che non era certamente in un ottimo momento di forma, specialmente per le condizioni dell’organico che costringevano coach Andreazza a rotazioni praticamente obbligate. In casa bianconera, ancora problemi per le assenze di Castelli e Truccolo, unita a quella di Vanuzzo (in panchina per onor di firma): si parte ed il match ha subito un nome ed un cognome, quelli di Stan Okoye.

L’americano con passaporto nigeriano confeziona una prestazione da ricordare, specialmente nei due quarti d’apertura, nei quali si mette in luce per la vena offensiva: terminerà con 20 punti a referto (6/9 da due, 1/7 da tre, 5/5 ai liberi), 11 rimbalzi e 4 falli subiti, ma ha soprattutto il merito di aprire la scatola della difesa emiliana all’inizio. Piacenza non inizia benissimo in attacco, è imprecisa, poi ci pensano Borsato e Raspino ad infilare un paio di tiri pesanti: il primo periodo scorre via con gli attacchi non esattamente in luce, ma è la GSA a mantenere il vantaggio, sia pur minimo (16 – 14). Nella seconda frazione, Udine prova a mettersi a zona: Borsato (2/2 da due, 3/3 nelle triple, 3 recuperi), però, buca la retina dalla lunga, poi anche Hasbrouck si mette in ritmo. I bianconeri, dal canto loro, hanno ancora un Okoye sontuoso, ma soprattutto inizia a dare spettacolo la “Pantera del Bronx”, al secolo Allan Ray: l’americano di Lardo si mette del pepe, con giocate efficaci che tengono avanti Udine nel punteggio; a metà partita siamo ancora con i bianconeri in testa, con un possesso pieno di vantaggio, sul 39 – 36.

Non è facile, perchè Piacenza ha la grinta e la voglia di vincere e, nella ripresa, è lì a dimostrarlo: la stella Hasbrouck (5/10 da due, 4/12 da tre, 1/2 ai liberi, 4 assist) non pecca certamente di timidezza, ma è assolutamente utile per dare quantità all’attacco di Piacenza, che in difesa si regge sulle possenti spalle di Luca Infante (0/4 dal campo, ma 4/6 ai liberi, 11 rimbalzi, 4 falli subiti e 4 assist). E’ il momento della crisi per la GSA, che non vede più il canestro: Okoye, dopo due quarti di grande qualità, si prende un attimo di pausa e per i padroni di casa cala subito il buio. Ferrari e Cuccarolo provano a metterci del loro, ma è la fase offensiva il vero problema: Udine non riesce più a realizzare con continuità e Piacenza passa in vantaggio, sfruttando pure i canestri di Dincic e Raspino.

All’inizio dell’ultimo periodo è +11 per gli emiliani, che sembrano poter controllare la partita: Udine, però, non vuole lasciare un cattivo ricordo ai propri tifosi e cerca di rimettere in piedi il match. Ci vogliono centottanta secondi per confezionare un parziale di 9 – 0 che rimette in discussione il match, pure se poi Piacenza è brava ad allungare sul +8 nuovamente: sono sempre Hasbrouck, Raspino e Borsato, trio di esterni quantomai fastidioso, a tenere avanti l’Assigeco. La GSA non molla e non si perde d’animo, nemmeno quando a tre minuti dalla fine il punteggio vede Piacenza avanti di dieci: Ferrari (3/4 da due, 10 rimbalzi, 2 assist), Cuccarolo e Pinton sono gli uomini della rimonta, che avrebbe il proprio coronamento con un paio di occasioni che capitano nelle mani di Allan Ray. L’americano, però, tradisce completamente: 0/2 ai tiri liberi e una tripla aperta che non va a buon fine; sono i tiri che condannano Udine e lasciano un sapore dolce alla trasferta friulana dell’Assigeco, vittoriosa per 72 – 79.

 

APU UDINE – PIACENZA   72 – 79

GSA Apu Udine: Diop, Gatto 2, Okoye 20, Zacchetti 8, Nobile 5, Cuccarolo 8, Traini 2, Pinton 9, Ferrari 6, Ray 12, Vanuzzo ne, Chiti ne. All. Lardo
Assigeco Piacenza: De Nicolao 9, Raspino 14, Infante 4, Persico 2, Rossato 7, Dincic 7, Brigato, Hasbrouck 23, Borsato 13, Zucchi ne. All. Andreazza

Parziali: 16-14, 39-36, 53-64
Arbitri: Cappello di Porto Empedocle (Agrigento), Alessandro Saraceni di Zola Predosa (Bologna) e Marcello Callea di Porto Torres (Sassari)