Menetti non vuole sentir parlare di obiettivi ridimensionati

Fonte: Gazzetta dello Sport

E’ un Massimiliano Menetti già carico in vista del campionato, partendo da un cambio radicale nel modo di impostare il roster:

«E’ arrivato il momento di voltare pagina, fossimo rimasti focalizzati su quella tipologia di squadra, e con la fissa di battere Milano, avremmo rischiato di scimmiottare un modello che non era più perseguibile. Abbiamo fatto un passo indietro per dare ancora più spazio ai nostri italiani con l’idea di avere una leadership diffusa che li responsabilizzi e li faccia crescere ulteriormente».

Ridimensionati gli obiettivi?

«Assolutamente no! Significa ripartire non da dove eravamo rimasti, ma da chi è rimasto. Un nucleo formato da De Nicolao, Della Valle, Aradori, Polonara e Stefano Gentile con il rientrante Cervi che è come se non fosse mai andato via. La sfida sarà fare una pallacanestro sorprendente che superi i nostri difetti: ora tocca a loro».

Che estate è stata?

«Ho cercato ispirazione in altre realtà. Dopo essere stato ospite del Sassuolo di mister Di Francesco ho passato una giornata a Vinovo con la Juve e Max Allegri, partecipando alla loro riunione tecnica e mi hanno fatto sentire come uno della loro famiglia. Dopo un paio di ore ero talmente coinvolto che non mi faceva più effetto parlare con Buffon o Higuain».

Il preolimpico mancato

«Se anche Messina che è il migliore di tutti ha fallito significa che bisogna cambiare strada. La mentalità dei giocatori Nba unita a quella dei nostri europei non funziona: è come provare a fare un omelette senza gli ingredienti giusti, meglio fare un uovo al tegamino. Per quanto riguarda le coppe c’è solo una persona in grado di proiettarci verso il futuro: Petrucci. Credo sia il primo a non essere contento della situazione e farà il massimo per riportare tutte le squadre italiane alla pari in Europa».