Al-ma…ssimo, tanti giocatori giusti e quella curiosa tiepida passione di Raffaele Baldini

Troppo bella per essere vera. Ma le altre?

Un teorema quasi perfetto, il sistema dalmassoniano limato con uomini e competenze al punto da renderlo ancora più efficace. Il consuntivo della due giorni di Pordenone, ma potrebbe essere allargata alle uscite gradesi, regala un’Alma Trieste convincente. Ho sempre diffidato dalle versioni brillanti estive, le trovavo uno spreco di risorse; è anche vero però che il gruppo è rodato dalla scorsa stagione, lavora da ormai un mese e “il sistema” si metabolizza in tempi relativamente brevi. Lascia un po’ sorpresi la valutazione di Trieste in riferimento alle altre contendenti: Udine a parte, Treviso e Mantova rappresentavano due delle eccellenze per la categoria, apparse copie sbiadite di possibili corazzate. Certo, alla squadra di Martelossi mancava un americano, ma è proprio il concetto di pallacanestro di squadra che non esprime credibilità. Allora, facendo un superficiale e rapido excursus sulle altre “big”, e registrando i risultati balbettanti anche di Verona, Fortitudo, vien da pensare che tutto questo è prassi per gestire una stagione lunghissima. Quindi, occhio alle sentenze.

Tutto giusto, singoli e abbinamenti

Le limature di cui sopra, il tentativo con puntuali accorgimenti di migliorare l’ottimo prodotto della scorsa stagione. Vado subito al macro aspetto (non solo per dimensioni del soggetto): Alessandro Simioni è tanto basket nella testa e nelle mani. Il ragazzone si è calato nella parte con autorevolezza, dimostrando intelligenza cestistica, visione di gioco, mani educate e un innato senso della posizione difensiva. Questo permette di avere “aiuti” in area pitturata puntuali, di avere profondità in chiave offensiva, e di abbinare questa a numeri “4” dinamici come Da Ros, Green (all’occorrenza), Parks. La combo con Da Ros proprio eleva di gran lunga l ‘”educazione” nel fondamentale del “passaggio” per aprire il campo e concedere tiri piedi per terra a tiratori come Baldasso; tradotto, più pericolosità dal gioco spalle a canestro e percentuali possibili più alte da oltre l’arco. Interessante l’arrivo di Simioni in chiave psicologica per Pipitone; il ragazzone siciliano oggi non ha più il posto garantito come cambio del lungo, ma deve, ogni secondo della sua giornata, guadagnare minuti in una sfida interna con Simioni di notevole interesse. E se valutiamo che il miglior Pipitone l’abbiamo avuto da arrabbiato…allora lo stimolo è già servito sul piatto.

Le due pantere nere, spettacolo e rebus per le difese

Jordan Parks e Javonte Green, le due pantere nere dell’Alma. Immagino la coppia di coloured in chiave avversaria: ho il miglior difensore, lo metto su uno o sull’altro? In qualsiasi caso dovrò pagare lo scotto. L’atipicità dei due giocatori, unita ad un atletismo veramente fuori dalla logica terrena, fa si che l’attacco viene da due fronti, e violento. Parks è una certezza (e di questi tempi in serie A2 significa valore aggiunto), sta ampliando il bagaglio tecnico, leggendo nettamente meglio le situazioni tattiche; le cifre nella due giorni di Pordenone parlano di un dominatore che non ha bisogno di forzare. Green è un giocatore diverso, si prenderà senza batter ciglio 15-20 tiri a partita, probabilmente non garantendo medie di tiro elevatissime, ma sprigionando un’energia tracimante. La sua è un pallacanestro di energia, sui due lati del campo, senza pause e non pigra, gli eventuali errori al tiro saranno bilanciati da una famelica voglia di riconquistare la palla. Un solo difetto: sul campo farete un po’ di fatica a riconoscere l’uno dall’altro.

Non fate i tiepidi…non vi crede nessuno!

Per la prima volta da quando seguo la Pallacanestro Trieste 2004, ho riscontrato una preseason da parte dei tifosi incomprensibilmente…tiepida. Nell’anno del ritorno al derby, della nobile presenza delle due bolognesi e della consueta rivalità con Treviso, l’appassionato ha avuto qualche tentennamento in fase di abbonamento ed ha presenziato (silente) ai tornei di Grado e Pordenone (un tempo ci sarebbe stata la ressa ai botteghini). Come mai? Chissà, la psiche alabardata non la capisco, men che meno di fronte a segnali straordinariamente positivi. Ho sempre difeso l’anima del tifoso di basket, più educata e composta di quella calciofila, ma mai venuta meno a livello passionale. Sono anche convinto che, al momento della palla a due che conta, tutti saranno al loro posto.

Pensare al triestino medio senza emozioni domenicali fra due canestri mi sembra impossibile; scuotersi dal torpore estivo e cominciare un po’ a scaldare i motori in vista della stagione regolare è un dovere, partendo proprio dal vernissage casalingo al triangolare del prossimo fine settimana con Partizan e Apu Udine. Riponete le brande e date un colore alla vostra passione, perché poi è inutile lamentarsi se questa se ne va al primo soffio di Bora…

Società, più sorrisi (e presenze)

Usciamo dall’equivoco: Gianluca Mauro non sarà il prossimo protagonista di “Chi l’ha Visto?”, semplicemente è affaccendato in alcune situazioni edili nella lontana Sardegna (beato lui); ci sono garanzie che nulla è cambiato sui progetti futuri. Questo non vuol dire che non vi è la necessità che il n.1 (o non ancora?) del sodalizio cestistico giuliano chiarisca e metta nero su bianco i suoi intenti, per il bene di tutta la società. Per contro, questa attesa è evidentemente figlia di sfumature ancora non definite. Per il resto vedo presenze costanti (Presidente Marzini e la squadra mediatica capitanata da Federico Prandi), il consueto sporadico Mario Ghiacci, e stop. E poi il linguaggio del corpo: come per i giocatori amo seguire facce ed atteggiamenti degli addetti ai lavori. Ci sono pochi sorrisi, tante sbuffate (per l’amor d’iddio, lo stress ci può stare in questa fase) e uno spot non troppo accattivante per la pallacanestro; in una città come Trieste, permeata dal fatalismo negativista locale, c’è bisogno di entusiasmo e positività.

E’ pur sempre lo sport più bello del mondo!

Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)