Crisi Milano: puoi cambiare vestito ma non l’anima

Tutti sbigottiti. Il secondo tonfo in campionato dell’EA7 al PalaDozza contro la Grissin Bon di Reggio Emilia fa tanto rumore. Ed è giusto che lo faccia: in primo luogo perché il budget della società meneghina non è neanche paragonabile a quello degli emiliani. In secondo luogo perché i due infortunati reggiani (Della Valle e Stefano Gentile ndr.) hanno un peso specifico nettamente maggiore rispetto a quelli Olimpia (per lunghezza del roster), pur considerando Kruno Simon il vero leader del gruppo.

La raccolta di figurine in sede di mercato non soddisfa, ci si è aggrappati all’equivoco Gentile per mascherare una voragine, ora si chiede la testa di coach Repesa quale panacea di tutti i mali. C’è purtroppo per Proli e Portaluppi un problema alla base, o per meglio dire “cardiovascolare”: l’Olimpia non ha anima, è una creatura dall’encefalogramma piatto, troppo depressa emotivamente in Eurolega e troppo algida e altezzosa nel campionato italiano.

Vedi la partita contro Reggio Emilia e registri due espressioni diametralmente opposte: da una parte ad ogni canestro c’è un urlo, un abbraccio e un allenatore che entra in campo per arringare la folla; dall’altra qualche “cinque” distratto, atteggiamenti blandi per non spettinarsi, fatalismo.

Insisto che non è con la cacciata di Gentile o di Repesa che si crea un’identità battagliera, ma trasformando un ambiente professionalmente valido ma comodo in un ambiente altrettanto professionalmente valido ma…scomodissimo. Bisogna far capire agli attori protagonisti che il prezzo da pagare per un’agiata vita da sportivi è soprattutto quello di dannarsi l’anima per recuperare un pallone, per prendere un rimbalzo, per vincere una partita. C’è bisogno di vedere giocatori che se escono sconfitti si incazzano col mondo, che lanciano strali e battono pugni sulle porte dello spogliatoio. Altrimenti tutto sarà così fastidiosamente mortificante, per i protagonisti stessi, per gli appassionati, per la dirigenza, per il sig. Armani.

Qualcuno potrebbe eccepire sul fatto che sia possibile creare un’ “anima” a chi non la possiede di natura. Va bene, considerazione legittima, allora io lavoro per generare REAZIONI, già quello sarebbe un bel passo avanti.

Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)