Thomas Miani (ABC Cervignano): “Pronti a dare fastidio”

L'allenatore dei bassaioli si trova nelle mani una formazione giovane ma con qualche innesto di spessore (Piani, Deana e Dalla Pozza); le intenzioni? Cercare di essere la mina vagante del campionato e proseguire l'ottimo lavoro svolto dalla società a livello giovanile.

Affronterà un nuovo progetto in Serie D, dopo aver lavorato per diversi anni in Serie C Gold e con le giovanili: di chi stiamo parlando? Di Thomas Miani naturalmente. Lo stimato allenatore isontino, dopo un paio di stagioni passate all’Ardita Gorizia in veste di assistente della prima squadra, guiderà l’ABC Cervignano del Friuli. Una società che ha un buon progetto a medio termine, sempre orientata alla valorizzazione del settore giovanile e, in generale, attenta a non fare il passo più lungo della gamba; nel 2016/2017 i bassaioli giocheranno nel Girone Est della Serie D e, insieme a Miani, abbiamo parlato di diversi argomenti legati a questo ma anche ad altro.

Dall’Ardita Gorizia a Cervignano: che cosa hai trovato nel tuo “viaggio” dall’isontino alla bassa friulana?
“Con l’ABC si è concretizzato un contatto nato in passato con Ivan Stabile e Matteo Scarello. Oggi mi trovo in una società che è un gioiello quanto a organizzazione, logistica e disponibilità delle persone, fattori poco frequenti anche in considerazione di periodo storico e livello. Ne è diretta conseguenza un gruppo composto dalla prima squadra – nuovi innesti inclusi – e dagli U18 Eccellenza, che sa coniugare concentrazione e divertimento, cocktail raro che però come allenatore crea dipendenza. Per fortuna Francesco Nardi, Matteo Dal Porto e Mauro Marizza – anche lui nuovo arrivo nella bassa – vigileranno sulla mia lucidità”.

Parteciperete al Trofeo K2 Sport, a Gorizia dal 16 al 21 settembre: le tue prospettive e intenzioni, in vista di questo appuntamento?
“Nel ringraziare il AŠZ – USD DOM Gorizia per l’invito, credo che già il primo appuntamento contro il Sokol sarà l’occasione per valutare il nostro livello contro una squadra che reciterà un ruolo importante avendo rinforzato un gruppo già valido con arrivi di spessore alla corte di Valter Vatovec e Giancarlo Visciano, due califfi nei rispettivi ruoli. Inoltre sarà un test per gli U18 che avranno modo di giocare minuti “reali” contro formazioni seniores, palesando punti di forza e aree da migliorare per tenere il campo con continuità”.

Raccontaci un pò di più di questa nuova ABC Cervignano: quali sono gli arrivi estivi e, in generale, com’è composta l’ossatura della squadra?
“Ai confermatissimi Davide Contin, Jacopo Buzzin, Tommaso Pipp – che ha rinunciato ad altre offerte pur di rimanere – e “Shooter” Vignuda si affiancano Marco Vassallo,  il capitano Simone Zorat e Riccardo Cicogna – che avranno tutti e tre qualche problema di lavoro – e i nuovi arrivati Enea Dalla Pozza, Simone Fini, Alberto Piani e Riccardo Deana, che prima ancora che buoni giocatori sono persone valide. Assieme a loro saranno sempre presenti alcuni under che non verranno a fare gli spettatori…”

Quello di Cervignano è, da sempre, un progetto che mette anche molta attenzione sul settore giovanile.
“Ricollegandomi alla domanda precedente, il girone EST della D vedrà, ogni settimana, tre o più under dell’ABC provare a rubare minuti ai vecchi “20-25enni”. Gli stessi under al mercoledì affronteranno il campionato U18 Eccellenza, cui il nome si adatta essendo qualitativamente senza dubbio la massima espressione giovanile in regione, e incontrare i più “bravi” non potrà che aiutare i ragazzi a migliorare ulteriormente. Avremo i primi feedback nel corso di uno scrimmage quadrangolare a Cervignano nel week-end del 24-25/09, dove saranno presenti Banca Manzano Csb Corno di Rosazzo, 3S Basket Cordenons e Pallacanestro Trieste 2004”.

Quali sono i vostri obiettivi, per la stagione 2016/2017?
“Le uniche certezze sono che saremo atletici e rapidi ma anche piccoli e leggeri. Probabilmente anche confusionari e capaci di tessere e disfare di continuo sempre nuove trame. Cercheremo di far sì che i benefici delle nostre caratteristiche siano maggiori rispetto ai costi e di migliorare costantemente durante la stagione. Lo sport è un po’ come la matematica o un’utopia, bisogna tendere all’infinito o alla perfezione sapendo che non saranno mai raggiunti. Ma non vedo motivi per non provare – e sottolineo provare – a vincere ogni partita. In concreto sarebbe bello raggiungere i play-off per rimanere nel club dei migliori e poi divertirsi a disturbare le corazzate”.

Andando più sul generale, invece, chi vedi come favorite per la promozione, nel Girone Est?
“Sulla carta sarà un campionato molto più competitivo dell’anno passato con squadre di marpioni che hanno ancora cose da spiegare e sapranno utilizzare l’esperienza accumulata come la Dinamo Gorizia di Roberto e Federico Bullara, Patrick Nanut e Francesco Coco, l’Alba Cormons di Coceani, Raccaro e Biasizzo, il Perteole di Canciani, Luppino e Marras – con in più in panchina un lusso per la categoria come Andrea Beretta – e il già citato Sokol di Semec, Slavec con “Vato” alla guida. Sotto altri aspetti il Cus Trieste è attrezzatissimo e in genere le triestine sanno sempre dare fastidio. Da scoprire le altre, inclusa la Pallacanestro Monfalcone alla quale va il mio “in bocca al lupo” per una stagione super…anche se spero di batterli”.

Dall’altra parte, nel Girone Ovest, c’è qualche squadra che ti sembra maggiormente competitiva?
“Vale la premessa fatta per il girone “Mitja Gasparo” e quindi parliamo del nulla nel senso che il campo si diverte spesso a sovvertire i pronostici, ma da quanto ho potuto leggere sembra che nella destra Tagliamento Aviano, Sistema PN e la neopromossa Humus Sacile, abbiano allestito formazioni in grado di lottare al vertice”.

Da sempre si parla della supremazia fra gironi: secondo te, qual’è il raggruppamento più competitivo?
“Dirò di certo una banalità ma il commento che sento più spesso è che ad Est la media è più alta ma ad Ovest ci sono gli “estremi”, ne riparliamo fra qualche mese”.

Andiamo un pò più sul generale: il movimento cestistico fa fatica; in Serie A si vedono sempre meno italiani, mentre il “vero” campionato è la Serie A2. Dacci la tua opinione.
“Discorso complesso. A livello di A e A2 va detto che, soprattutto in certi ruoli, la differenza fisica è notevole e per competere con profitto non basta più il talento, soprattutto in difesa. Inoltre credo che spesso si confondano le ragioni dei risultati delle nostre nazionali giovanili femminili e maschili, che si fondano sul “sistema di gioco” e sulla tattica soffocando, più o meno consapevolmente, il talento e quindi il percorso di chi avrebbe le potenzialità di arrivare ai massimi livelli. A prova di ciò è sufficiente guardare quanti dei componenti negli anni successivi trovano spazio in pianta stabile in serie A rispetto alle rappresentative di qualche decennio fa.

Come allenatori dovremmo ricordarci più spesso che non creiamo giocatori – terminologia che trovo aberrante – ma possiamo mettere le persone nelle migliori condizioni per esprimersi al meglio e, possibilmente, migliorare.

Tra i dilettanti invece abolirei qualunque tipo di obbligo nella composizione delle formazioni quanto a cittadinanza/nazionalità, presenza di under e numero di formazioni giovanili, riservando ogni risorsa in attività di promozione e reclutamento, perché credo che i giovani in gamba abbiano sempre e comunque trovato spazi ad ogni livello e che sia importante allargare la base. E comunque trovo inutile obbligare le società a seguire delle ricette che si sono rivelate fallimentari.

Non va dimenticato che mettere un ragazzo in campo è una questione di “vocazione”…al rischio. Che può dare le soddisfazioni più intense o riservare grandi delusioni. Ma chi è affetto da questa malattia – e io ne sono malato cronico – non guarisce e non si cura neppure”.

Tu non sei solamente un allenatore, ma hai anche avviato un interessante progetto “mediatico” che parla di basket: raccontaci qualcosa di “Basket Case”.

““Basket Case: storie sotto il ferro” realizzato assieme a Matteo Herbin e Andrea Vidotto, è un format che prova a mantenere vivo e a diffondere un patrimonio inestimabile fatto di luoghi, storie e racconti, animato dalla passione più che dalla nostalgia e con un taglio snello e informale. E’ molto impegnativo ma ne vale sempre la pena. Stiamo programmando la nuova stagione con alcuni ospiti davvero unici che saranno in rete grazie anche al supporto di Megabasket – che ha il grande merito di supportare e diffondere questo genere di iniziative – della nostra pagina Facebook e del canale YouTube”.

Infine, uno spazio tutto tuo dove puoi dire qualcosa che non hai detto in precedenza, o salutare qualcuno.
“Il saluto finale va a te! Assieme al ringraziamento per lo spazio e per tutto quello che fai per la pallacanestro, ma anche per la tua…NON disponibilità, sperando che gli effetti siano gli stessi anche stavolta! Sai di cosa parlo…”