Dalle minors alla Serie A in Galles: Robert Zaiz e gli Swansea Storm

Come una scelta di vita professionale può trasformarsi nell'opportunità di giocare all'estero, in un massimo campionato, sia pure di secondo piano.

Gli Swansea Storm 2016/2017: Robert Zaiz è il primo accosciato, sulla sinistra.

Non capita tutti i giorni di giocare in Serie A: dalla Promozione ai massimi livelli, sembra il titolo di un film che racconta una bella avventura. Ebbene, è ciò che è successo a Robert Zaiz; triestino classe 1989, guardia/ala di 189 centimetri, da un pò di tempo veste la maglia degli Swansea Storm, formazione che gioca la Serie A gallese. Una bella avventura, dettata da una scelta di vita che ha una motivazione principalmente professionale: si, perchè Robert è un infermiere ed ha colto al volo un’offerta di lavoro arrivatagli dal Regno Unito. Un colloquio conoscitivo su Skype, delle pratiche rapide e l’immediata ricerca di una casa: dopo un breve periodo di sistemazione, è arrivato anche il momento del grande amore, la pallacanestro. Non ci ha messo molto a trovare squadra, lui che a casa aveva giocato sempre in Promozione e nell’ultimo anno ha difeso i colori degli Skyscrapers a Trieste. Una storia curiosa, ma che ha il sapore dell’arancia ed il colore della palla a spicchi: ecco perchè vale la pena raccontarla.

Quando si parla di Galles, non viene in mente per prima cosa la pallacanestro: com’è suddiviso il campionato gallese?
“Il Galles ha due leghe di riferimento ufficiali, ovvero South Wales League e North Wales League: io, al momento, gioco nella South dove sono racchiuse otto formazioni, tra cui Cardiff appunto e altre squadre di cittadine dei dintorni. Il campionato ufficiale dura fino ad aprile, per poi dare spazio ai playoff: una modalità che ricorda un pò i nostri campionati di Serie D o Promozione, insomma”.

Tu giochi quindi nel massimo campionato gallese: ma com’è il livello, paragonato al campionato italiano?
“Il livello? Per quel che riguarda la nostra squadra direi che possiamo paragonarci ad una Serie D di media classifica e, in generale, anche le altre formazioni non si discostano troppo da questo tipo di metro. Come numero di allenamenti, le sedute sono due per settimana, anche perchè la nostra è una palestra multifunzionale che viene affittata anche ad altre società che praticano sport diversi: tenete conto che, oltre a quella dell’Università, la nostra è l’unica struttura in città dove è possibile giocare a basket”.

Quanti campionati senior ci sono?
“Attualmente, noi siamo nella First Division, che sarebbe la categoria più alta del paese; dopo di noi, c’è la Second Division, che paragonerei ad un livello di bassa Promozione o Prima Divisione. Oltre a queste due leghe, ci sono diversi campionati giovanili”.

Come sta andando il primo periodo con gli Swansea Storm?
“Al momento abbiamo fatto un’amichevole contro una squadra denominata USA Select: una selezione di giocatori provenienti da diversi college degli Stati Uniti, terminata con una loro larga vittoria per 57 – 92 (5 punti e 5 rimbalzi in 13 minuti per Zaiz, ndr); l’esordio in campionato è fissato per il cinque di ottobre contro il Barry, una piccola cittadina nei dintorni di Cardiff che è a circa un’ora da Swansea”.

Come ti trovi tu, unico italiano, in una squadra multietnica che gioca il campionato in Galles?
“I compagni sono tutti quanti super e, nonostante il livello non eccelso, ci si allena seriamente. Una particolarità che ho notato qui è che non esiste il classico “quinto tempo” delle minors italiane: bere una birra in spogliatoio non è una pratica comune, speriamo che in stagione regolare invece lo sia! Una cosa bella è il fatto che molti dei miei compagni di squadra sono stranieri oppure originari di altri paesi, pur essendo nati qui: a Swansea, infatti, ci sono molti figli di immigrati o ragazzi che frequentano l’Università, che è una delle più grandi del Regno Unito”.

Parlaci di Swansea, in generale.
“Swansea è la seconda città del Galles dopo Cardiff, con circa 200.000 abitanti; è situata sul mare, la baia ha una spiaggia di sabbia di circa dieci chilometri e ci sono altre bellissime spiagge nelle vicinanze, tra le più belle del Regno Unito e consigliate per gli amanti del surf. E’ una città in espansione, che negli anni passati ha sofferto un pò la crisi ma che ha un sacco di progetti in cantiere; come tutte le città britanniche, ci sono dei parchi pazzeschi”.

Oltre a sport e lavoro c’è anche altro: la Gran Bretagna è famosa per essere un posto dove non si dorme mai e c’è sempre qualcosa da fare.
“La vita notturna? Molto vivace direi, specialmente per quanto riguarda il discorso universitario. C’è una strada, Wind Street, dove sono raggruppati una decina di locali e, alla sera, diventa un vero e proprio manicomio di gente; di italiani emigrati o originari del nostro paese ce ne sono veramente tanti, specialmente fra i ristoratori, gli operai in fabbrica, i baristi ed i camerieri, che magari frequentano anche l’Università. Ovviamente ci sono anche tanti infermieri italiani, come me, arrivati direttamente dopo la laurea e, da quanto ne so, dovrebbero arrivarne a decine nei prossimi mesi”.

Chiudiamo con un pensiero a riguardo di questa scelta: allontanarsi da casa, in un paese straniero, per cominciare una nuova vita. Ti senti soddisfatto?
“Facendo un bilancio a sei mesi dalla mia scelta direi che non ho alcun rimorso, anche perchè l’azienda ospedaliera investe molto sulla persona, c’è una paga migliore e ci sono molte più possibilità di far carriera rispetto all’Italia”.