Quando il gioco si fa duro…i duri cominciano ad allenare

La partita di domenica al Palarubini, tra Allianz Pallacanestro Trieste e Pompea Fortitudo Bologna, ha lasciato, nello spettatore più attento, più dubbi che certezze.

Sì, perché se a Trento il messaggio era sembrato chiaro “O qui si cambia o non andiamo da nessuna parte“, la partita contro Bologna è sembrata un altra risposta ad eventi successi in settimana.

Cassata la pista Repesa, troppo caro e troppe richieste per l’attuale momento economico triestino finalmente con un bilancio sano, e quindi confermato l’attuale inamovibile condottiero, qualche input societario deve aver fatto virare l’umore dello spogliatoio verso il battagliero, perché la versione dell’Allianz Trieste vista ieri, era una lontana parente delle marionette in campo alla BLM Group Arena.

Qualche oggetto misterioso si è comunque visto, qualche altro no, ma i ragazzi scesi in campo hanno dato una versione di se stessi totalmente diversa da quei “pellegrini” a cui si volevano scaricare totalmente le colpe per l’attuale situazione di classifica.

Forse Mario Ghiacci ha saputo toccare le corde giuste per motivare i nostri atleti, ma l’autogestione che si leggeva tra le righe è apparsa l’arma in più per battere una Fortitudo a dir la verità modesta, costretta a vivere con il ricordo di “uomini” che una volta erano degli atleti, ma che adesso devono lottare contro la carta d’identità.

Unica nota stonata l’inamovibile condottiero, apparso sfocato rispetto al resto dell’immagine della squadra, fuori fuoco, fuori contesto, mi ricordava il John Frusciante (chitarrista dei Red Hot Chili Pepper) del ’92, quello… uscito dal gruppo.

Panda Rydens

Per noi, all’Allianz Dome, Walter Angelica, Panda images e Luca Comuzzo, che hanno confezionato le solite gallery di livello, in cui la partita si può apprezzare passo dopo passo.

Primo tempo (Foto Walter Angelica)

Primo tempo (Foto Panda images)

Secondo tempo (Foto Walter Angelica)

Secondo tempo (Foto Panda images)

Foto Luca Comuzzo