Guardia classe 1993 nativo di Catanzaro, nell’ultima stagione alla Planet Basket Catanzaro in DNB, dopo aver fatto tutta la trafila nelle squadre giovanili Catanzaresi, aver esordito in serie B ed aver disputato un campionato di serie C con la società giallorossa, nel campionato 2012 /2013 si trasferisce a Veroli in Lega Due dove pur giocando poco ha la possibilità di allenarsi in un contesto di altissimo livello sotto la guida di Coach Marcelletti, nella stagione successiva è a Francavilla in DNB per poi a fine campionato far rientro alla società di origine. Descritto come una guardia dal grande atletismo e dalla forte carica agonistica abbiamo il piacere di avere oggi con noi Pasquale Battaglia.
Pasquale, buon inizio di 2016 per la Vis Spilimbergo, quattro vittorie nelle ultime cinque partite ma tutti corrono e la classifica non è ancora rassicurante con la coppia Bassano – Conegliano con solo due punti in meno di voi.
“Si, il nostro girone è molto equilibrato, è difficile trovare un campionato del genere, logicamente abbiamo iniziato bene quattro vittorie su cinque partite sono molto importanti ma ancora non è detta l’ultima parola perché ogni partita è decisiva, abbiamo visto squadre di bassa classifica che hanno vinto contro squadre come Tarcento che è una delle squadre più attrezzate per il salto di categoria, questo ci fa capire comunque che tutti i giochi sono aperti e che probabilmente lo saranno fino alla fine “.
Sabato contro Conegliano è andata bene, vittoria importante quasi mai in discussione, all’andata avevate subito una sconfitta beffa all’ultimo secondo, vi siete rifatti ampiamente.
“La partita dell’andata a Conegliano ci aveva lasciato l’amaro in bocca, è vero anche che loro in casa sono una squadra completamente diversa, noi eravamo senza il capitano e poi dal secondo quarto anche senza Gaiatto, è stata una partita equilibrata ma alla fine abbiamo avuto un calo di concentrazione e forse anche per inesperienza ci siamo fatti raggiungere e poi alla fine ci hanno punito con un tiro allo scadere, a Spilimbergo invece siamo partiti subito molto bene con un gran parziale, poi siamo stati bravi a mantenere la concentrazione per tutti i quaranta minuti non dando a loro la possibilità di rientrare mai in partita“.
Qual è l’amarezza più grande e la gioia più intensa dopo queste prime 17 gare?
“Per quanto riguarda la gioia più grande penso la vittoria ad Oderzo, mi ha molto soddisfatto perché è stata una partita molto dura e nervosa, noi siamo stati bravi a mantenere la calma continuando a giocare a nostro modo con un altissima intensità , mai come ad Oderzo siamo stati cosi intensi, gli abbiamo sicuramente messi in difficoltà, poi logicamente gli ultimi secondi sono stati devastanti perché c’erano i fantasmi delle partite precedenti perse nel finale ma poi è andato tutto bene con la bomba di Bagnarol negli ultime secondi, per quanto riguarda la sconfitta invece oltre a quella di Conegliano sicuramente quella che non ho proprio digerito è la sconfitta di Tarcento , una batosta resa ancora più amara dal fatto che mai siamo stati in partita”.
Anche tu come Marko Dalovic da metà agosto ormai sei Spilimberghese, come ti sei calato nella nuova realtà e in questa dimensione che è magari diversa da quella a cui tu eri abituato e come ti trovi alla Vis?
“Alla Vis mi trovo benissimo, questa è una grande famiglia di persone che si vogliono bene, tutti svolgono il proprio compito non al meglio ma di più, sono veramente contento per tutto, quando sono arrivato ad agosto ho avuto una splendida accoglienza mi hanno fatto subito sentire come a casa, ne avevo bisogno anche perché la mia famiglia è lontana 1200 km, la società è molto presente, qui non mi manca nulla e tutto funziona bene, una società come la Vis è un esempio anche per società che giocano in campionati superiori, a Spilimbergo poi mi trovo benissimo, la città è tranquilla e si vive serenamente“.
E’ la prima volta che giochi a pallacanestro sui campi del nord Italia, hai riscontrato delle differenze magari anche a livello tecnico naturalmente a parità di campionato o sostanzialmente il basket e’ uguale dappertutto?
“A livello tecnico il nostro girone di C Gold è sicuramente di ottimo livello, ci sono giocatori che hanno militato in serie A e in serie B, poi ci sono tanti giovani interessanti che giocano da protagonisti, diciamo che comunque rispetto ad una C Gold del sud Italia questo campionato si colloca sicuramente ad un livello superiore, quasi ad un ad una serie B, per quanto riguarda il pubblico ed i tifosi il tifo è normale, al sud naturalmente il tifo è molto più caldo ma comunque mi piace qui come sostengono la squadra, in modo tranquillo, forse solo a Mestre mi sono sentito un po’ al sud “.
A quanti anni hai iniziato a giocare a basket e soprattutto cosa rappresenta per te oggi la pallacanestro?
“Ho iniziato a giocare a 7 anni, in quel periodo praticavo anche calcio e taekwondo e cosi è stato fino ai 13 anni. Poi ho abbandonato al calcio e successivamente verso i 15 anni dopo essere diventato cintura nera anche il taekwondo, ho deciso di continuare solo con il basket perché mi entusiasmava di più, mi dava più stimoli ed emozioni, per quanto riguarda il taekwondo è rimasto ancora oggi un mio hobby. Il basket per me è uno stile di vita, fin da piccolo volevo diventare un giocatore di pallacanestro, andavo a vedere la prima squadra della mia città e la passione mi cresceva dentro partita dopo partita, allenamento dopo allenamento, ho fatto molti sacrifici fin da piccolo perché comunque appena uscivo da scuola andavo in palestra ad allenarmi e ci rimanevo fino ad ora di cena, si, per me oggi il basket è tutto”.
Cosa non ti piace di Pasquale giocatore?
“La cosa che non mi piace e che alle volte sono fragile mentalmente, nel senso che certe situazioni in campo mi destabilizzano, ci ho lavorato negli anni ma alcune volte il tutto riemerge, ci sono degli episodi che alle volte mi penalizzano, per esempio quando cerco di difendere intensamente e commetto subito dei falli magari evitabili che mi tolgono subito dalla partita, in queste situazioni devo migliorare le mie scelte”.
Cosa ami di Pasquale sul parquet di gioco?
“La cosa che mi piace è l’agonismo e la grinta che metto in campo, la cattiveria agonistica che cerco di mettere, poi diciamo che credo di essere un giocatore che riesce a fare un pò di tutto, magari non benissimo ma comunque riesco ad essere abbastanza versatile, alcune volte non riesco a coordinare il tutto ma ci sto lavorando per migliorare “.
Il tuo rito scaramantico più estremo prima delle partite.
“Sono molto abitudinario in questo, faccio sempre la borsa la notte prima della partita, devo avere lo stesso asciugamano, gli stessi calzini, lo stesso intimo, gli stessi scaldamuscoli, poi al palazzetto mi devo preparare per la partita indossando tutto quello che ho preparato la sera prima, poi da quando mio nonno è scomparso porto sempre con me una sua foto, il nonno mi seguiva sempre in tutto quello che facevo, prima di entrare in campo per la partita tocco la foto e magari anche la bacio, poi entro in campo con le scarpe slacciate e prima di allacciarle devo fare qualche tiro”.
Un sogno nel cassetto?
“Da piccolo volevo diventare un giocatore di basket, giocare in serie A o in Nba come tanti altri bambini sognano di fare, parzialmente ho realizzato il mio sogno, attualmente mi piacerebbe tantissimo poter un giorno giocare in serie A con Catanzaro la squadra della mia città”.
Tornassi indietro nella vita non rifaresti mai?
“Non ho nessun rimpianto sono un ragazzo che se prende una decisione la porta avanti fino in fondo perché sono convinto che quella decisione era il meglio che potessi scegliere in quel momento, per cui rifarei sicuramente tutto.”
Pizza, Mc Donald o asado?
“Direi tutte e tre, io vado a periodi e quando ho voglia di una cosa devo mangiarla per forza, l’asado lo conoscevo perché in passato ho giocato con dei ragazzi Argentini che lo preparavano spesso, naturalmente Mathias non ha rivali, la sua grigliata è il massimo, comunque anche il resto mi va benissimo “.
Birra o Coca Cola?
“Birra sicuramente”.
La frase in dialetto più divertente che ti hanno detto i tuoi nonni.
“Mio nonno mi diceva sempre fussera mejju mu ti pijji nu libbru e mu studi che tradotto significa forse è meglio che ti prendi un libro ed inizi a studiare “.
Vediamo quanto sei bravo in cucina, se ti dovessi chiedere come si preparano i purppetti alla mammolese mi risponderesti?
“So che sono delle polpette tipiche delle zone montane della Calabria, ma non saprei come si preparano, per quanto riguarda la cucina mi affido a mia nonna o a mia mamma, di solito non chiedo nulla e mangio solo”.
Il piatto che ti piace di più della cucina friulana
“Direi il frico, mi è molto piaciuto”.
La tua definizione di “tiro ignorante”.
“Per me il tiro ignorante è quel tiro che non fai pensando, in quel momento non sei tu che comandi ma è come se lui comandasse te, a me è capitato e francamente ricordo solo la palla che è entrata ma non come io ho pensato di fare il tiro, tu non comandi è una azione istintiva”.
Saresti felice della stagione se….
“In questo momento mi piacerebbe molto poter arrivare ai play off e perché no magari anche in finale, questo sarebbe un mio obbiettivo, è molto difficile ma visto che il campionato è cosi equilibrato è giusto anche porsi dei traguardi ambiziosi, realisticamente parlando comunque sarei già felice se riuscissimo ad arrivare tra le prime otto squadre del campionato, poi da li in poi tutto potrebbe accadere”.
Domenica andrete ad Arzignano con i locali reduci dal largo successo su Monfalcone, all’andata arrivò la prima vittoria del vostro campionato, ora sarebbe importante vincere per continuare a risalire la classifica.
“Una partita senza dubbio molto importante anche perché visto l’equilibrio che c’è in classifica sicuramente gli scontri diretti e la differenza canestri con le nostre più immediate rivali alla fine avranno sicuramente un peso determinante, Arzignano in tal senso è una squadra molto fisica, giocano in casa e vorranno vincere, dobbiamo aspettarci una partita impegnativa, da parte nostra dovremmo cercare di dare il massimo perché un passo falso con una squadra del nostro livello ci precluderebbe altri obbiettivi, per cui cercheremo di essere più bravi di loro e di conquistare i due punti”.
Intervista a cura Vis Spilimbergo