Fonte: La Gazzetta dello Sport, a cura di Giuseppe Nigro
E’ appena diventato il più giovane della storia Nba, 20 anni da pochi giorni, a segnare almeno 38 punti in due gare di fila. LeBron James gli ha cucito addosso l’etichetta di futuro Ali Star. Team Usa lo ha già chiamato questa estate, e pensa a lui per Tokyo 2020. Di primo nome fa Devin. Di secondo nome fa Armani. Sì, come Armani. Di cognome fa Booker.
Come Melvin Booker, play visto per sei stagioni in Italia, quattro a Pesaro (con un secondo posto) e due a Milano, per due anni anche con Pozzecco al Khimki. La scelta del nome non c’entra col suo passaggio in Italia: Melvin è arrivato alla Scavolini un anno dopo la nascita del figlio. Ma poi nell’Armani ci ha giocato: nel 2007, quando tornò all’Olimpia dopo la prima apparizione nella Sony 1999. Era l’ultimo anno di Armani solo sponsor prima del passaggio di proprietà, semifinale con Caja subentrato in panchina.
Fu quell’anno che Devin, 12enne che abitava in Michigan con mamma Veronica, portoricana, venne a trovare Melvin. «Sapere che tuo padre è un giocatore professionista ti fa sentire che quello è il tuo destino. Vederlo mi ha fatto desiderare di lavorare ancora più duro», ha raccontato Devin in un documentario di Fox Sports.
CON GALLO Quella Armani era la squadra, tra gli altri, del 19enne Danilo Gallinari, meta di pellegrinaggio di scout Nba nell’ultimo anno italiano del Gallo prima del draft, premiato come miglior giocatore della Serie A e Stella Nascente del-l’Eurolega. «Ero un suo fan, lo sfidavo in uno-contro-uno, dopo un allenamento mi regalò le scarpe firmate. Ce le ho ancora. Come un fratello maggiore», ha raccontato Devin a Sports Illustrated e a Slam. Oggi sono avversari in Nba: dopo una stagione nella Kentucky piena di predestinati Nba come Towns, arrivata alla Final Four Ncaa, Phoenix lo ha scelto 18enne al primo giro 2015, chiamata numero 13. Nella disastrosa scorsa stagione dei Suns, gli infortuni delle stelle Bledsoe e Knight lo hanno catapultato titolare: 18.5 punti di media nelle ultime 44 partite, 22.4 ad aprile, sei gare oltre i 30. Dopo Durant, Bryant e James, è stato il quarto più giovane della storia Nba ad arrivare a 1000 punti segnati.
ATTESTATI Guardia dal tiro micidiale, con 21.5 punti di media è asceso in quintetto, non ne è più uscito. «Ho sempre saputo di esserne capace - ha detto – Non sapevo che avrei avuto così presto l’opportunità di dimostrarlo. Ma ora non guardo più indietro». Messi su 5 kg di muscoli, in estate Team Usa lo ha chiamato nella selezione sparring partner della nazionale che si preparava per Rio. «A renderti speciale non è nulla che tu faccia in campo, ma la maturità che hai per i tuoi 19 anni», gli ha detto Gregg Popovich, che di Team Usa ha preso le redini, con vista sui Giochi 2020. «Vuole solo dire che sono sulla strada giusta, ho ancora tanta da farne, ma è stato incredibile sentire queste parole da uno dei più grandi di sempre. E mi dà il desiderio di lavorare ancora più duro», ha detto Devin. Dopo le sfide estive LeBron James ha aggiunto: «Se c’è qualcuno sotto traccia che credo possa essere un giocatore veramente, veramente, veramente buono, un All Star, è Booker». Benvenuto nel club dei migliori.